Esercizi per aumentare l’autostima
Esercizi per l’autostima: oggi scopriamo un modo pratico per aumentarla soprattutto in condizioni di stress come un colloqui di lavoro. (L’ho testato personalmente: funziona!)
Vi avverto: questo è un TED interattivo. Siate pronti a partecipare!
“Non fingere fino a farcela, fingi fino a diventarlo”
Amy Cuddy
Qual è la prima cosa che notate fisicamente in una persona?
L’espressione del volto, la gestualità, i lineamenti?
Io ho una fissazione per la postura. A volte vedo donne esteticamente bellissime rannicchiate in una postura stretta e insicura, o uomini camminare strascinando le gambe con noncuranza.
E’ una caratteristica a cui non sempre si fa caso direttamente, ma che notiamo inconsciamente quasi tutti: il linguaggio del corpo, si sa, dice molto dei tratti principali della nostra personalità.
La cosa che però forse non sapete è che ci sono studi scientifici che dimostrano come una determinata postura possa influenzare i livelli ormonali ed influenzare il nostro comportamento.
Insomma: se Superman stava sempre petto in fuori e mani sui fianchi, un motivo ci sarà!
Inutile dirvi che quando ho visto il TED che vi propongo oggi mi è venuto un impeto di gioia spontaneo: mi è stato consigliato da Anthony Robbins (si ok, dal suo libro “Soldi” -di cui trovate una recensione qui– e non da lui in persona, ma ci siamo capiti) e quando l’ho guardato è staro amore a prima vista.
L’oratrice è la psicologa sociale Amy Cuddy e in questo video ci spiega come assumere una postura “forte” (anche se ci sentiamo “deboli” ) influenzi i livelli di testosterone e cortisolo nel cervello influendo sulla possibilità di avere successo.
Pronti a fare il test?
Ecco il video:
Il video che segue è in inglese, ma con sottotitoli in italiano. Se non fossero già attivi basta lanciare il video e cliccare sull’icona in basso a destra a forma di “fumetto rettangolare“, selezionando poi “italiano“
E’ il carattere che influenza la postura…o il contrario?
Se è vero che il nostro carattere influenza la nostra postura, Cuddy ci ha scientificamente dimostrato come costringere noi stessi ad assumere posture diverse e “forti” influenzi i nostri livelli ormonali e di conseguenza il nostro approccio alle situazioni.
Ma non solo: influenza anche il giudizio delle altre persone.
L’esperienza riportata nel video è lampante: prima di un colloquio è stato chiesto alla metà delle persone di stare per due minuti in posizione rannicchiata e chiusa, e all’altra metà di assumere una postura “di forza”, con spalle larghe, testa alta e sguardo alto. Arrivati al colloquio e intervistati da possibili datori di lavoro (ignari del “background test”), i datori di lavoro hanno scelto le persone che precedentemente avevano assunto una postura “di forza”.
Non hanno privilegiato le competenze o l’esposizione verbale, ma l’atteggiamento.
E’ giusto? Sbagliato?
Beh, è quello che succede perchè il nostro inconscio si fa “attrarre” da atteggiamenti di forza (che non vuol dire di prepotenza o arroganza, sia ben chiaro).
Mi viene da pensare a quando, a volte, rifletto su dei miei amici dicendo “cavolo, ma sono molto più competenti di me nel loro lavoro, eppure non riescono a valorizzarsi”: ecco dove il potere della postura potrebbe fare la differenza.
La chimica delle emozioni: cortisolo e testosterone
E’ strabiliante, se ci pensate: acquisire la “postura di Wonder Woman” in media fa aumentare del 20% il valore testosterone nel corpo riducendo di circa il 25% il cortisolo, ovvero l’ormone dello stress.
Al contrario una posizione a spalle chiuse e rannicchiate favorisce lo stress e diminuisce la “capacità di dominio” data dal testosterone.
E se i livelli di cortisolo tra uomini e donne sono simili, quelli di testosterone nelle donne sono drasticamente minori.
Questo mette le donne in una condizione in partenza più sfavorevole: è necessario uno sforzo ancora maggiore per competere “alla pari” con soggetti maschili “forti”.
Insomma:
Signore, da domani tutte a testa alta con le mani sui fianchi!
Quali esercizi per l’autostima? L’importanza della postura e del linguaggio del corpo
Il linguaggio del corpo fa trasparire le nostre sensazioni specialmente se non ci impegniamo a correggere questi comportamenti.
Si parla spesso di “cose da evitare durante un colloquio di lavoro”: non guardare negli occhi l’interlocutore, distrarsi se qualcuno dietro di noi apre una porta, guardare il cellulare.
A mio parere si tratta di comportamenti che si dovrebbero avere in generale e non solo sul luogo di lavoro: personalmente, che si tratti di un caffè o una riunione, detesto che il mio interlocutore guardi il telefono mentre parlo. Mi da l’idea di chi ha altro a cui pensare.
Oltre ai comportamenti dovremmo però lavorare anche sui nostri atteggiamenti.
Dovete coinvolgere una persona in un progetto?
Anche se siete seduti, abbiate la schiena dritta e protratta leggermente verso l’interlocutore: ben predispone chi abbiamo di fronte più di un volto corrucciato, serioso e concentrato.
Sorridete: si è meglio predisposti ad essere assertivi quando chi abbiamo di fronte ci sorride.
Siete troppo tesi e in ansia per sorridere? Sorridete lo stesso! (ma non una risata isterica!).
Sforzatevi di sorridere e man mano inizierete a riuscirci “naturalmente”.
E’ una forzatura che serve per farvi diventare naturali.
Le braccia? Mai conserte: è una posizione di chiusura e negazione di comunicazione. Sebbene alcuni ritengano che sia una posizione di forza, in realtà vi mette in una posizione di “non negoziazione“. Questa, per definizione, impedisce di giungere a un compromesso win-win: che si tratti di chi debba pagare dei costi di garanzia o di chi debba portare giù il cane.
L’importanza della postura si vede anche qui!
Impariamo a fingere per aumentare l’autostima
Questa è un’altra provocazione in stile TED che mi ha aiutato a smontare i luoghi comuni e aprire sempre più il “guscio della noce”: dobbiamo imparare a fingere in maniera costruttiva.
Attenzione: fingere non significa diventare bugiardi, simulare sentimenti inesistenti nei confronti di altre perone o fingere che le cose vadano bene con una persona (dicesi “fetta di prosciutto sugli occhi”).
Il tipo di finzione di cui parlo è verso noi stessi e solo riguardo i nostri atteggiamenti o comportamenti “negativi”: verso l’ansia, la paura, l’insicurezza.
Impariamo a fingere con noi stessi e PER noi stessi.
Fingere in maniera positiva: una cosa ci mette ansia? Fingiamo di essere forti. Ma fingiamo con noi stessi, non solo con gli altri. Fingiamo ancora, ancora e ancora, fingiamo di esser forti e in grado di farcela fino a crederci veramente. E facciamolo con le spalle larghe, mani sui fianchi, sorriso e testa alta.
A tal proposito mi viene in mente un passo bellissimo di un libro che, qualora non lo aveste letto, dovete assolutamente rimediare. Si tratta di “Ogni cosa è illuminata” di Jonathan Safran Foer, e cita così:
Gli raccontò di viaggi su navi verso luoghi che lui non aveva mai sentito nominare, e storie che lui sapeva essere completamente false – essere brutte non-verità, anche – ma annuiva e si sforzava di convincersi a convincersi, si sforzava di crederle perché sapeva che l’origine di una storia è sempre un’assenza e voleva che lei vivesse tra presenze.
“Ogni cosa è illuminata”, J.S. Foer
Anche voi avete un amico che “se si ponesse meglio, si che farebbe carriera“?
Mandategli il link di questo articolo.
Fate si che il lavoro sociologico e scientifico di Amy Cuddy e del suo Team venga conosciuto.
E voi?
Siete pronti ad esercitarvi in posizione di forza e andare poi dal vostro capo a chiedere un aumento? 😀
Scriveteci nei commenti come è andata!
Articoli citati nel testo:
Come motivare un team o un collaboratore
Consigli di lettura:
Se vuoi approfondire l’influenza della postura e dei gesti sui nostri comportamenti puoi leggere di Amy Cuddy il libro “Il potere emotivo dei gesti“.
Se invece vuoi conoscere quel gran soggetto che è Tony Robbins (il life coach più famoso del mondo) e vuoi anche migliorare le tue finanze personali non perderti il suo libro “Soldi: Domina il gioco“. E’ bello spesso ma da innumerevoli spunti su finanza, persone, libri e vita che consiglierei a chiunque di leggerlo.
Ti sei perso il TED della scorsa settimana lo trovi a questo link: si parla di come le scelte difficili ci insegnino a diventare le persone che siamo.