Qual è l’impatto dei dividendi sui nostri investimenti?
I dividendi possono essere considerati una vera e propria rendita passiva. Quando, infatti, un’azienda registra dei profitti ha 2 possibilità: scegliere di reinvestire i soldi nel proprio business o di staccare un dividendo ai propri azionisti. I dividendi, quindi, possono avere un impatto sui nostri investimenti più o meno grande.
Cosa troverai in questo articolo
Breve introduzione ai dividendi
Quando si parla di dividendi esistono 2 parametri principali a cui si fa riferimento:
– Dividend yield
– Dividend growth rate
Se, ad esempio, un’azienda che ha un prezzo di 20$ ad azione rilascia un dividendo di 1$ ecco che il dividend yield sarà del 5% (1$/20$).
Se la stessa azione l’anno prima ha rilasciato un dividendo di 0.8$ ecco che avremmo un dividend growth di 0.2$ (1$ – 0.8$) quindi un dividend growth rate del 25% (0.2$/0.8$).
La ragione principale per cui un’azienda dovrebbe scegliere di staccare dei dividendi è che non crede esistano opportunità di crescita all’interno dell’azienda stessa per cui vale la pena investire i propri soldi.
Quindi, va da sè, che aziende in forte crescita non sono propense a staccare dividendi, viceversa un’azienda matura ragionerà in maniera completamente diversa. Un ottimo esempio a riguardo ce lo fa Financial Samurai all’interno di quest’articolo.
Ci viene, in particolare, mostrato la differenza tra Tesla e AT&T. L’azienda di auto elettriche di Elon Musk in fortissima crescita ovviamente ha bisogno di reinvestire tutto il capitale a disposizione per poter crescere sempre più: 0% dividend yield.
Il colosso di telecomunicazioni americano, invece, ha un mercato molto più maturo con conseguenti minori opportunità di crescita: 5% dividend yield.

A ulteriore conferma di quanto detto sopra l’articolo di Seeking Alpha ci mostra come le azioni di S&P500 con bassi dividendi dal 1992 al 2016 hanno restituito migliori performance rispetto al mercato.

Impatto dei dividendi sul lungo termine
Spostando però il nostro focus sul lungo termine vediamo qualcosa di soprendente.
Lo stesso articolo ci mostra infatti una scomposizione dei rendimenti legati a un ETF MSCI su un arco temporale più lungo. Vediamo che sui 20 anni l’impatto della crescita del prezzo dell’azione ha un peso marginale rispetto a quello dei dividendi che vengono prontamente reinvestiti.

Il grafico ci mostra, inoltre, che l’impatto maggiore (64%) è legato alla crescita dei dividendi piuttosto che ai dividendi stessi (29%).
Ciò significa che la maggior parte dei rendimenti è legata alla capacità delle aziende di aumentare i dividendi nel corso degli anni.
Discorso simile viene fatto quest’articolo di yahoo finance. Vediamo che le azioni che aumentano i loro dividendi sul lungo periodo restituiscono alte performance e bassa volatilità.
Questo output si spiega considerando che questo tipo di azioni sono spesso legate ad aziende con solidi fondamentali, guadagni stabili e un forte management.
Dividend Aristocrats
Esiste una elite di azioni nello S&P500 chiamate “Dividend Aristocrats”.
Appartengono a questo gruppo tutte le azioni dello S&P che hanno aumentato i loro dividendi negli ultimi 25 anni. A ulteriore controprova di quanto detto sopra The Motley Fool ci mostra come queste hanno avuto un rendimento più alto dell’indice di riferimento negli ultimi anni.

All’interno dello stesso articolo ci viene mostrato anche una lista di queste azioni. Ne riporto alcune nella tabella che segue come riferimento
Company | Sector | Consecutive Years of Dividend Growth |
---|---|---|
3M (NYSE:MMM) | Industrials | 56 |
Aflac (NYSE:AFL) | Financials | 36 |
AT&T (NYSE:T) | Communications services | 34 |
AbbVie (NYSE:ABBV) | Healthcare | 46 |
Abbott Laboratories (NYSE:ABT) | Healthcare | 46 |
Air Products & Chemicals (NYSE:APD) | Materials | 36 |
A.O. Smith (NYSE:AOS) | Industrials | 26 |
Per capire cosa significa reivestire i dividendi possiamo vedere la differenza di rendimenti ottenuti da una persona che decidesse di investire in S&P500.
Quindi: se la persona A nel 1989 avesse deciso di investire 10,000$ nello S&P500 senza reinvestire i dividendi, alla fine del 2017 avrebbe ottenuto 98,000$.
Viceversa, se avesse deciso di reinvestire tutto nello stesso giorno avrebbe quasi raddoppiato i suoi introiti.
Il grafico in basso ci mostra come le 2 curve divergono con il passare del tempo a dimostrazione dell’effetto dell‘interesse composto.

Un esempio pratico sull’impatto dei dividendi sugli investimenti coadiuvato dall’interesse composto ci viene proposto da Visual Capitalist.
Ci viene mostrato, infatti, come le performance legate alle azioni di Coca Cola, appartenente anch’essa ai “Dividend Aristocrats”, sarebbero aumentate esponenzialmente se avessimo deciso di reinvestire dall’inizio i dividendi.

In conclusione
Un ulteriore fattore da tener in considerazione nella scelta dei nostri investimenti è il dividendo.
Abbiamo visto che, a seconda dei nostri obiettivi e necessità, può valere la pena o meno concentrarsi su strumenti che rilasciano più o meno dividendi.
Per chi è alla ricerca di strumenti più stabili e pensa al lungo periodo forse varrebbe la pena pensare a qualcosa simile ai “Dividend Aristocrats”, magari cercando qualche strumento che permetta di diversificare ancora di più.
Viceversa, per chi cerca azioni in crescita e rendimenti in breve periodo varrebbe la pena pensare a strumenti/azioni simili a Tesla.