Quale Università scegliere per avere una retribuzione maggiore?
Fare la scelta giusta per quanto riguarda il percorso di studi può avere delle ripercussioni sul tipo di vita che affronteremo nel proseguio.
In quest’articolo ho cercato di capire numericamente quanto pesa questa scelta.
Ciò può essere una curiosità per chi già è nel mondo del lavoro o un aiuto per chi è in procinto di scegliere quale Università o percorso di studi intraprendere.
Dai report di Job Pricing abbiamo una overview di quanto la scelta della facoltà incide in termini di stipendio il livello di studi che decidiamo di conseguire.
Cosa troverai in questo articolo
Come impatta il livello di studi
Interessante notare, dal grafico in basso, che il salto più grande lo si osserva tra laurea triennale e master di I livello/laurea magistrale. Coloro, infatti, che decidono di fermarsi dopo 3 anni di università guadagnano in media 10,000 euro in meno di coloro che decidono di proseguire nel percorso di studi.

Volendo, invece, dividere tutta la popolazione in 2 categorie vediamo che la differenza di salario tra laureati e non è di circa 12,000 euro annui.

Il termine laureato, però, è molto generico.
Impatto delle diverse facoltà
Per questo motivo, proviamo a capire quali sono le opportunità che ci vengono proposte a livello d’impiego suddividendo l‘Università in macro aree.
In questo caso, ho mediato i dati provenienti da un report di Almalaurea e riportato lo scostamento rispetto a tale media. I dati si riferiscono a stipendio medio e occupazione dopo 5 anni dal conseguimento del titolo di studio.
L’analisi mostra, come ci si poteva aspettare, che dottori, ingegneri e laureati in materie scientifiche (come Matematica e Fisica) hanno un livello medio di occupazione e stipendio più alto della media.
Viceversa, insegnanti, psicologi e laureati in lettere sono posizionati nella parte negativa del grafico. Sono quelli, cioè, che hanno più difficoltà a trovare lavoro e comunque pagati meno.

Andando ancora più nel dettaglio, escludendo le facoltà a ciclo unico, vediamo che le facoltà che garantiscono maggiore ritorno sono quelle di:
– Ingegneria Gestionale
– Ingegneria Chimica e dei Materiali
– Scienze statistiche
– Ingegneria Industriale

A questo punto mi sono chiesto:
Come scegliere l’Università
O meglio, a pari facoltà frequentare un’università piuttosto che un’altra da possibilità lavorative differenti?
Quale università quindi dovrei scegliere?
Anche in questo caso ho mediato i dati per avere un’immagine più chiara. Purtroppo JobPricing, all’interno del proprio report, non fa riferimento a tutte le Università, vi riporto qui le 40 analizzate.
Ne segue che le migliori 5 Università per retribuzione successiva sono:
– Università Commerciale Luigi Bocconi
– LUISS Libera università int. degli studi sociali Guido Carli
– Politecnico di Milano
– Università Cattolica del Sacro Cuore
– Politecnico di Torino
Metre le 5 peggiori risultano essere le Univeristà di:
– Calabria
– Cagliari
– Messina
– Napoli Parthenope
– Firenze

Va sottolineato che le Università sopra citate non sono raggruppate per facoltà. Sono raggruppati, infatti, sia Politecnici che Università generiche caratterizzate da materie scientifiche e umanistiche.
La media sopra mostrata va quindi vista con occhio critico: abbiamo visto sopra che gli ingegneri sono la categoria che ha mediamente uno stipendio più elevato.
Andando ad analizzare i dati si nota, inoltre, come le Università situate all’interno di un tessuto lavorativo forte sono anche quelle che danno maggiori ritorni economici.
Anche a parità di città, scegliere un’Università piuttosto che un’altra può portare a delle differenze.

I grafici che seguono, invece, hanno lo scopo di mostrare quali sono le Università che garantiscono una carriera maggiore, in termini di posizione (dirigente, quadro e impiegato)…

.. e in termini di crescita di stipendio dai 25-34 anni ai 45-54 anni.

Quali sono i vantaggi di fare un MBA?
Spesso mi sono chiesto se valesse la pena fare un MBA. Per chi vuole dare una spinta alla propria carriera questo è sempre stato ritenuto un passaggio fondamentale.
Proviamo, al solito, a dare dei numeri per quantificare questa decisione usando dei dati di TOP MBA.
Sono andato a vedere i dati relativi a quelli che sono ritenuti i migliori Full time MBA d’Europa. A questi ho aggiunto gli unici italiani in lista.
Si può notare che il placement a 3 mesi dalla fine dei vari Master è oltre l’80%. Andrebbe investigato nel dettaglio il perchè l’Insead (ritenuto il miglior MBA d’Europa) risulti essere quello con minor percentuale di placement tra quelli riportati.

Da notore, inoltre, l’etereogenità degli stipendi ottenuti subito dopo il conseguimento del Master.
Volendo rimanere in Italia abbiamo che il Full MBA della Bocconi, con una fee di circa il 45% più alta dei 3, restituisce in media il 35% in più di stipendio rispetto alla media.

Un articolo di Forbes, infine, mette in relazione diversi MBA in termini di:
– Stipendi prima e dopo MBA
– Quanto è aumentato il salario dopo MBA
– Anni necessari a ripagare il costo del Master

In conclusione
Usando i dati sugli stipendi medi relativi alle persone che hanno conseguito determinati titoli di studio sono andato a calcolarmi un break even molto semplificato.
Sono andato cioè a calcolarmi il punto di pareggio tra gli integrali delle RAL considerando le diverse età con cui si entra nel mondo del lavoro.

Da questo calcolo semplificato emerge che:
– La laurea triennale è poco conveniente rispetto a un Diploma di media superiore
– Il break even tra diploma di media superiore e laurea magistrale avviene mediamente dopo i 45 anni.
A tal proposito, Job Pricing fa un esercizio molto simile per darci un ulteriore input relativo al problema di quale università scegliere. Ci mostra, infatti, una tabella che indica quanti anni occorrono a un laureato per pareggiare gli introiti di un non laureato considerando che quest’ultimo inizia a lavorare 5 anni prima.
Vengono cioè considerati i seguenti parametri:
– Retribuzione media del profilo laureato in uno specifico ateneo
– Retribuzione a parità di età di un profilo non laureato
Lo fa attraverso un parametro detto U_P_I : University Payback Index.

Si capisce, quindi, che la scelta relativa a quale corso universitario scegliere può davvero influenzare il proprio futuro in termini di stile di vita.
Tempo fa facevo un calcolo diverso per gli anni di break even: considera che un laureato non parte da “0” a iniziò carriera, ma parte da un negativo, soprattutto se fuori sede.
Confrontavo un diplomato che iniziava a lavorare come operaio in fabbrica (10k netti all’anno di “soldini“ messi da parte all’anno: 50k in 5 anni) contro un fuori sede iscritto alla Bocconi (-12k netti all’anno fra vitto, alloggio e tasse: -60k in 5 anni, se tutto va bene) . Il risultato era che, a 5 anni dal diploma, il gap era di 110k€. La conclusione era che il gioco valeva la candela se il primo stipendio di un Bocconiano fosse stato di 2k netti al mese: allora poteva iniziare a convenire. Che ne pensi?