Perché una scelta difficile è la cosa migliore che ci possa capitare
A volte ci troviamo ad affrontare una scelta difficile, ma per quanto sia critica potrebbe essere la migliore cosa che ci possa capitare.
“E’ nell’ambito delle scelte difficili che abbiamo il potere di creare ragioni per noi stessi, per diventare le persone speciali che siamo”
Ruth Chang
Ogni giorno compiamo una quantità innumerevole di scelte: davanti all’armadio per scegliere gli abiti per lavoro, al supermarket per lo yogurt con meno zuccheri ma che sappia comunque di qualcosa, davanti al cellulare quando decidiamo di ignorare una telefonata o rispondere.
Siamo programmati per effettuare centinaia di scelte.
Molte di queste sono scelte “facili” o ovvie: se ho due pesanti buste della spesa prendo l’ascensore o faccio tre piani di scale?
Passo il pomeriggio a fare le pulizie di casa o a riposarmi/fare shopping?
Ma come ben sappiamo il problema sono le scelte complesse, quelle per cui non c’è una scelta migliore dell’altra: entrambe hanno dei pro e dei contro, e qualunque scelta faremo non saremo totalmente soddisfatti. Cambio città per seguire una ottima opportunità lavorativa oppure rinuncio e mantengo un lavoro che non mi soddisfa, ma restando vicino ai miei affetti?
Le scelte alla fine si effettuano, ma non sono mai “le scelte migliori in assoluto”. Sono le “meno peggio”.
Anche la terza opzione, il non scegliere (quando possibile) non è soluzione perché non fa altro che rimandare una scelta difficile comunque insoddisfacente.
Ci sono infine le scelte difficili
Un tipo di scelta difficile con la quale non si ha la meglio mai: ma è proprio analizzando queste scelte che possiamo imparare una importante lezione.
Ce ne parla l’ex avvocato ed oggi filosofa Ruth Chang, che ha sviluppato questa teoria vivendola sulla sua pelle: le scelte difficili sono tali perché riguardano la nostra sfera di valori, ma coinvolgono valori differenti.
Spingendoci a creare delle nostre ragioni per cui scegliere una o un’altra opzione che prescindono la “ragione comune” che guida invece le scelte facili.
Godetevi questo TED con calma quando siete rilassati e attenti, e riguardatelo anche più volte per comprenderlo meglio: potrebbe essere uno dei talk più impattanti che abbiate mai visto.
Il video che segue è in inglese, ma con sottotitoli in italiano. Se non fossero già attivi basta lanciare il video e cliccare sull’icona in basso a destra a forma di “fumetto rettangolare“, selezionando poi “italiano“
Perché dobbiamo imparare a fare scelte difficili
Il punto cardine che spiega Ruth Cheng è che le scelte sono difficili perché coinvolgono valori differenti per noi ugualmente (o quasi) importanti. Nessuna delle due identifica chiaramente un “bene” o un “male”, un “migliore” e un “peggiore”.
E’ per questo motivo che poi ci sentiamo impotenti nel fare una scelta difficile e il senso di ansia o “errore” ci pervade anche dopo averla fatta. Specialmente se abbiamo un carattere particolarmente riflessivo.
Ma è in questi momenti che il nostro animo è spinto a fare una cosa straordinaria: creare ragioni. Imporre ragioni che sono valide solo per noi e che riteniamo importanti. Ragioni e motivazioni che non prescindono dalla “ragione comune” e dalla logica ma da quello che sentiamo, dalla comunione di valori che in quel frangente sentiamo più nostri.
“Attraverso le scelte difficili diventate le persone che siete”
Ruth Cheng
Le scelte difficili ci aiutano a conoscerci meglio: bisogna però razionalizzarle ed evitare di cadere nel panico.
La differenza tra scelta difficile e dolorosa: come affrontare le nostre paure
Nell’ambito delle scelte difficili è facile cedere allo sconforto e al panico: questo accade perché confondiamo le scelte difficili con quelle dolorose.
Cosa le differenzia? La capacità di riuscire a razionalizzare le nostre paure. Le scelte dolorose sono “offuscate” dal nostro lato emotivo ed è per questo che dobbiamo sforzarci di “spegnere” l’influenza dell’emotività.
Semplice a dirsi, ma come farlo?
Un metodo che a me ha aiutato molto è quello che propone Tim Ferriss e di cui vi ho parlato in un precedente Sunday TED (che trovate cliccando su questo link).
Consiste nel creare tre colonne in cui elencare rispettivamente:
- nella prima: le cose che potrebbero andare male
- nella seconda: come potremmo evitare che accada quell’imprevisto
- nella terza: qualora accada, come potremmo fare/comportarci per reagire di fronte all’imprevisto
Sembra semplice, fin troppo riduttivo vero?
Provateci. Non avete idea di quanto aiuti a ridimensionare i problemi e a farli vedere nella giusta ottica.
E se non vi convinco io, lasciate che lo faccia Tim Ferris: guardate il suo video cliccando qui.
Non è mai troppo tardi per conoscere se stessi
Privare le scelte della “distrazione emotiva” consente di poter prendere decisioni in maniera più convinta.
In fondo, quanto spesso dobbiamo prendere decisioni che ci sembrano insormontabili ma che si rivelano, a cose fatte, essere state molto più semplici e indolore del previsto? (O, in alcuni casi, una liberazione?)
Avete mai lasciato un partner? Detto al vostro capo che volevate cambiare lavoro? Ammesso con qualcuno di aver fatto un “casino”?
Si dice che siano “esperienze segnanti”: in realtà sono “insegnanti” perché ci costringono a scegliere ciò che è meglio per noi e noi soli.
A costruire noi stessi.
A diventare le persone che vogliamo essere.
E che si abbiano 20, 40 o 80 anni, non è mai troppo tardi.
Come costruire i veri noi stessi in qualsiasi periodo della nostra vita
Le scelte difficili sono la cosa migliore che ci possa capitare ma non dobbiamo per forza aspettare questi momenti per scoprire e costruire noi stessi.
E’ un lavoro lungo e continuo che si può fare ogni giorno chiedendosi semplicemente: cosa cambierei della mia vita attuale?
Spesso siamo “globalmente bene” e pensiamo che le piccole cose che non vanno nella nostra vita in realtà sono “sopportabili”: il problema è che diventeranno un’ulteriore fonte di stress quando le condizioni al contorno peggiorano.
E allora perché non cercare fin da oggi di cambiare le cose che non vanno e renderle come le vorremmo (per quanto possibile)?
Io ho preso questo impegno con me stessa già da un po’: alcuni risultati li ho già visti, e su altri – come l’imparare a fare un blog apprezzato e condiviso per dare una svolta alla mia vita da ingegnere – ci sto lavorando!
E voi? Credete che le le scelte difficili possano renderci “più veri” o avete esperienze/opinioni differenti?
Vi siete persi il Sunday TED della scorsa settimana? Lo trovate a questo link:
Come sempre, invitandovi a spendere 30 minuti al giorno su di un libro anziché sui social, vi lascio i titoli citati oggi qualora li vogliate approfondire:
Tim Ferriss – 4 ore alla settimana. Ricchi e felici lavorando 10 volte meno
Ruth Chang – Come prendere decisioni difficili