Cosa troverai in questo articolo
Cos’è la sindrome dell’impostore e come puoi superarla
Sono un ingegnere meccanico. Donna. Appassionata di motori si, ma nulla a che vedere con la “fissazione maniacale” di molti miei colleghi. In poche parole sono affetta dalla sindrome dell’impostore.
La sindrome dell’impostore non è paura di fallire, ma di farla franca con qualcosa, che in qualunque momento qualcuno se ne accorga.
Mike Cannon-Brookes
E tu penseresti “beh, onestamente è giusto così”
Cos’è la sindrome dell’impostore
Avete presente cosa accade quando andate ad un concerto di una band che non vi dispiace e vi ritrovate a passare la serata con dei fan sfegatati?
Che dibattono su quale sia la registrazione migliore di quel brano perché “oh, i bassi nella versione del ’76 erano gestiti molto meglio”, e voi sapete a malapena il titolo della canzone di cui parlano?
Ecco, il mio ingresso in azienda è stato (in parallelo) più o meno di questo livello.
Nel tempo le cose migliorano, impari, magari ne sai anche di più degli altri su determinati argomenti: ma la sensazione di non meritare di essere lì, di essere nel posto sbagliato e che prima o poi qualcuno ci smaschererà, resta.
E ha anche un nome: sindrome dell’impostore.
Il fatto rasserenante è che non siamo solo noi “comuni mortali” a soffrirne, ma anche persone di rilievo nella società.
Uno di questi è il fantastico Mike Cannon-Brookes, co-fondatore di Atlassian (per capirci, la società di software che ha creato Trello).
Ne parla in questo TED che vi farà morire dal ridere, ma anche riflettere su come sia improbabile sconfiggere questa “sindrome” (anche se siete dei CEO o AD), ma come sia invece possibile sfruttarla a nostro favore.
Il video che segue è in inglese, ma con sottotitoli in italiano. Se non fossero già attivi basta lanciare il video e cliccare sull’icona in basso a destra a forma di “fumetto rettangolare”, selezionando poi “italiano“
Sindrome dell’impostore: caratteristiche
Per capire se soffri della sindrome dell’impostore puoi valutare se ti riconosci in questi stati d’animo:
- Non sentirsi mai all’altezza delle situazioni
- Vedere ciò che dobbiamo fare troppo grande per le nostre possibilità
- Non sentirsi abbastanza intelligente per il ruolo che ricopriamo
- Non ritenere di avere le carattteristiche adatte al ruolo che ricopriamo
- Credere che qualcun altro sarebbe stato più adeguato di noi in quel ruolo
- Vivere accompagnati da un leggero e costante stato di ansia
- Timore che la nostra (non reale) incompetenza venga scoperta
Ti riconosci in almeno la metà di queste caratteristiche?
Bene! Benvenuto nel team degli impostori.
Perché soffriamo della sindrome dell’impostore?
Questa sindrome, non catalogata come disturbo mentale vero e proprio, è stata coniata col suo nome attuale nel 1978: sembrerebbe essere presente soprattutto tra le persone di successo che non sono convinte di meritare i riconoscimenti ottenuti.
Inizialmente veniva riscontrata soprattutto tra le donne che ricoprivano ruoli importanti nelle aziende/università e nella società in genere, ma col passare degli anni si è visto che è un tratto comune anche a molti uomini nella stessa condizione.
Il comun denominatore di queste persone è l’essere ipercritici verso se stessi.
Se da un lato è un bene perché siamo spinti a migliorare sempre di più, dall’altro rischia di degenerare in un blocco emotivo che impedisce di dare il nostro meglio distruggendo ciò che di buono abbiamo costruito.
Il risultato?
Sentirsi dei perenni impostori che temono di essere scoperti e che, se la cosa accadesse, ammetterebbero anche che infondo doveva andare così.
Siamo destinati probabilmente a convivere con questa sindrome, ma forse possiamo limitarne l’impatto attuando dei comportamenti “positivi”.
Andiamoli a vedere.
sindrome dell’impostore: come superarla
Tra le varie ricerche fatte ritengo che il suggerimento dato da Cannon-Brooks sia il migliore: bisogna sfruttare la sindrome dell’impostore a nostro vantaggio.
Quando ci sentiamo “sotto attacco” dobbiamo cercare di combattere questa sensazione riducendo le nostre lacune, ovvero studiando a fondo la situazione.
Insomma: magari non diventeremo degli esperti in impianti a batteria in una sola settimana come successo a Cannon-Brookes, ma possiamo impegnarci al massimo per migliorare le nostre conoscenze (e sentirci meno impostori).
Questo ha un duplice impatto: sulla percezione che abbiamo di noi stessi perchè studiando ci rendiamo intrinsecamente più sicuri, e sugli altri che vedranno in noi un atteggiamento più autorevole e meno auto-critico.
Oltre a questo ci sono altri semplici metodi per ridurre la sensazione “fraudolenta”:
- Sfruttare l’effetto miracoloso della postura: come abbiamo visto in un interessante TED che vi riporto a questo link, è scientificamente provato che assumere delle posizioni “di forza” (le trovate nell’articolo) aumenta i livelli di testosterone facendoci sentire più sicuri di noi.
- Scrivere su carta gli obiettivi o argomenti che ci fanno sentire degli impostori e cosa dovremmo fare/imparare per colmare questa lacuna. Ho spesso parlato dell’importanza di definire degli obiettivi chiari e anche per la sindrome dell’impostore questa tecnica ci viene in aiuto. Scrivere gli obiettivi e doverli portare a termine li fa diventare un impegno reale.
- Dividere il compito che ci tedia in tanti piccoli obiettivi. Suddividere il compito in obiettivi minori aiuta a portarli a termine prima e con maggior facilità.
l’opposto della sindrome dell’impostore: l’ Effetto Dunning-Kruger
Se esiste una sindrome per chi si sente nettamente al di sotto delle proprie competenze non poteva mancare la sindrome duale per chi si sente uno scienziato pur senza averne le competenze.
E l’effetto Dunning-Kruger.
Cos’è l’effetto Dunning Krueger? E’ il caso in cui si ha – cito testualmente Wiki – “una distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in quel campo“
Dite un po’: non vi sembra di vederne molti in giro di questi tempi colpiti da questo effetto?
In particolare sui social?
Bene, al prossimo che incontrerete potete rispondere – abbassandovi al suo livello ma con eleganza:
“Noto un inconfondibile effetto Dunning-Kruger nell’aria“!
Se ti è piaciuto questo articolo potrebbero interessarti anche questo post sull’importanza di ringraziare e questo sulla giusta postura per aumentare l’autostima:
Se vi interessa approfondire la tematica degli OKR trovate il libro su Amazon in lingua inglese al seguente link, mentre la versione in italiano qui.
Bellissimo questo video! Uno dei migliori che ho visto finora su TED e mi ci rivedo fortemente. Le parole ed i consigli ascoltati in questo video possono essere di aiuto a molti che sentono di avere la “sindrome dell’impostore”