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La strategia di prelievo preferita da Vanguard
Un buon piano finanziario a lungo termine non può non avere al suo interno una exit strategy. Non può, cioè, non avere un obiettivo di capitale da raggiungere spesso legato a una strategia di prelievo che mi possa permettere di vivere di rendita.
Uno degli obiettivi finanziari per cui potrebbe valere la pena intraprendere un piano finanziario di lungo termine è proprio quello di arrivare ad un punto in cui si è liberi di dire basta. Si è liberi, cioè, di dire: ho accumulato talmente tanto che mi posso sentire ragionevolmente libero di non dover lavorare per vivere, di non essere legato a una fonte di reddito legata allo stipendio.
Fin qui tutto bello. Ma una volta raggiunto il mio target di capitale come posso decidere quanto prelevare?
Come faccio , cioè, ad avere una strategia di prelievo che mi possa permettere di evitare che il mio capitale finisca e, allo stesso tempo, che mi consente di avere il capitale di cui ho bisogno?
Le due strategie di prelievo più famose, a tal proposito, sono quella del 4% di Bengen o, ancora più semplice, una strategia che prevede un prelievo a tasso fisso.
Quanto posso prelevare dal portafoglio?
Prima di parlare della strategie di prelievo dinamico di Vanguard facciamo un passo indietro.
Sempre grazie all’articolo di Vanguard, proviamo a capire quali sono i 4 parametri principali che influenzano la quantità di capitale che posso prelevare dal mio portafoglio:
- L’orizzonte temporale o l’aspettativa di vita del pensionato
- L’allocazione delle risorse
- La flessibilità di spesa annuale
- Il grado di certezza che il portafoglio non si esaurirà prima della fine dell’orizzonte temporale
Come ci potremmo aspettare avremo che:
Più lungo è l’orizzonte temporale minore dovrebbe essere il tasso di prelievo iniziale e viceversa. Ciò significa, ad esempio, che un investitore di 60 anni con un orizzonte temporale di 30 anni dovrebbe presumibilmente prelevare meno soldi (o spendere meno) rispetto a un investitore di 80 anni con un orizzonte temporale di 10 anni.
Più conservativa è l’asset allocation, minore è il rendimento che potrò pensare di ottenere e minore è il prelievo che potrò permettermi. Banalmente, una percentuale maggiore di azioni potrà permettermi di ottenere sul lungo termine maggiori rendimenti. Viceversa, un profilo aggressivo incentrato tutto sull’azionario, ad esempio, sarà generalmente caratterizzato da maggiore volatilità: su orizzonti più brevi, questo può aumentare la possibilità di rimanere senza soldi.
Con flessibilità della spesa si intende la proporzione delle spese totali attribuibili alla spesa discrezionale rispetto a quella non discrezionale. In generale, maggiore è la quota di spese che possono essere eliminate o minimizzate in un dato anno, maggiore è il livello di flessibilità di spesa. Ad esempio, un pensionato il cui tempo libero e intrattenimento assorbe gran parte delle spese di ogni anno può essere in grado di sopportare meglio una riduzione del reddito basato sul portafoglio.
Il grado di certezza desiderato riguardo alla possibilità di un prematuro esaurimento del portafoglio – può essere definita come il “tasso di successo”. Questa è la probabilità che il portafoglio duri per l’investitore intero orizzonte temporale o aspettativa di vita. Maggiore è il grado di certezza preferito, minore è il tasso di spesa.
Cosa ci dice la letteratura a tal riguardo?
Come insegna la famosa regola del 4%, una strategia di prelievo potrebbe essere quella di considerare il 4% annuale del saldo del portafoglio. Percentuale che può variare ma in linea generale si tende a considerare un range che va dal 3.5% al 5.5%.
Strategia di prelievo dinamica
Fatta tutta questa premessa proviamo a capire in cosa consiste la strategia di prelievo dinamica.
Ricordiamo che alcune delle principali strategie prevedono:
- Un prelievo a tasso costante, qualunque sia la condizione al contorno prelevo una percentuale fissa del mio capitale
- Un prelievo aggiustato per l’inflazione, rispetto alla precedente strategia in questo caso il tasso di prelievo viene aggiustato in base all’inflazione in modo da garantirmi una capacità di spesa costante. Se il tasso di prelievo iniziale è del 4% e l’inflazione aumenta dell’1% ecco che aggiusterò questo tasso portandolo al 5%
Come si può immaginare entrambe le strategia hanno dei pro e dei contro.
Quella a tasso fisso mi permette di preservare in misura maggiore il mio portafoglio aiutandomi ad evitare di prosciugare tutto il mio capitale. Tuttavia, se l’inflazione dovesse galoppare il mio potere di spesa ne risentirebbe molto. L’opposto vale per la strategia di prelievo aggiustata per l’inflazione.
La strategia di prelievo dinamica proposta da Vanguard vuole essere una via di mezzo.
In cosa consiste?
Nella pratica questa strategia prevede un tasso di prelievo aggiustato per l’inflazione MA con dei limiti.
Applico, cioè, delle soglie massime e minime di prelievo oltre le quali non posso andare. Quindi:
- Immaginiamo di avere un portafoglio con un capitale iniziale di 1 milione di euro
- Decido che il mio tasso di prelievo sarà del 4%
- Il mio portafoglio è caratterizzato da vari asset che potranno aumentare o perdere di valore per non parlare poi dell’inflazione. L’anno successivo quindi avrò un capitale diverso da quel milione di euro
- Decido quindi che il mio tasso di prelievo non potrà superare il 5% o andare al di sotto del 2.5% del capitale dell’anno precedente
- Se nell’anno in corso il tasso di prelievo del 4% sarà maggiore al 5% dell’anno precedente allora preleverò solo il 5%
- Se, tuttavia, il 4% sarà minore del 2.5% allora preleverò il valore di soglia minimo che è appunto il 2.5%
Cosa faccio quindi?
Applico un tasso di prelievo del 4% (ma può anche variare) che però ha dei limiti basati sul capitale a disposizione l’anno precedente.
In questo modo:
- Evito di prelevare troppo quando il mercato fa salire i miei asset
- Evito di prelevare troppo poco quando il mercato fa scendere i miei asset
Vantaggi di questa strategia di prelievo
Vanguard ha fatto alcune simulazioni per dimostrare i vantaggi di questa strategia di prelievo rispetto alle altre.
Le simulazioni si basano su un portafoglio caratterizzato dal 50% azioni e 50% obbligazioni con un orizzonte temporale di 35 anni e un tasso di prelievo iniziale del 5%.
Quali sono state le conclusioni:
- Questa strategia ha permesso di avere il miglior tasso di successo. Cioè non si è mai verificato un azzeramento del proprio capitale
- Inoltre, ha anche permesso di avere il miglior rendimento in termini di IRR (internal rates of return)
- La strategia legata al prelievo aggiustato per l’inflazione ha prodotto saldi finali reali che vanno da 0 volte l’importo iniziale a 1.47 volte
In termini pratici, ciò corrisponderebbe a un investitore con un saldo iniziale del portafoglio di 1 milione di euro e un tasso di prelievo del 5% che termina con un saldo del conto compreso tra 0 e 1.47 milioni il 90% delle volte. Gli altri due approcci hanno prodotto una gamma più ristretta di risultati - La strategia di prelievo dinamica avrebbe comportato un tasso di prelievo che si sarebbe discostato mediamente dal 5% prefissato di un multiplo pari a 0.89. Con dei picchi massimi a 1.17 e minimi a 0.65.
In conclusione
Una buona strategia di investimento non può non avere una buona strategia di prelievo del proprio capitale.
Prima o poi dobbiamo goderci quanto faticosamente risparmiato…
Ricordiamo che investire significa posticipare le spese che si potrebbero fare oggi a domani andando ad aumentare il proprio potere d’acquisto.
In letteratura esistono varie strategie, la più famosa è la regola del 4% di Bengen. Tuttavia, altre strategie meno famose come quella di Vanguard possono essere altrettanto valide e interessanti.
Ovviamente, come sempre, tutto dipende dalle esigenze del singolo: non esiste una ricetta semplice adatta a tutti. Purtroppo.