Cosa troverai in questo articolo
Perchè continuiamo a investire (in qualsiasi cosa) quando razionalmente dovremmo smettere
“Ormai abbiamo speso così tanto e i costi sono irrecuperabili: DOBBIAMO andare avanti!”
Questa frase riassume perfettamente il bias del Sunk Cost Fallacy, ovvero la Fallacia dei costi irrecuperabili.
Questo bias è uno di quelli meno riconosciuti perrchè, come sempre, richiede un particolare sforzo non solo di razionalità, ma anche di logica.
Quando stiamo sostenendo una spesa di qualsiasi genere, che sia denaro, tempo o energie, psicologicamente ci risulta difficile ammettere che stiamo fallendo. Che sarebbe meglio chiuderla qui, nonostante l’insuccesso (e la perdita). Questo rifiuto irrazionale ci fa invece pensare che sia meglio andare avanti, date le energie oramai spese: Siamo sicuri che però sia la scelta più saggia?
Vediamo perchè potrebbe non esserlo.
Cos’è la sunk cost fallacy o fallacia dei costi irrecuperabili
La sunk cost fallacy è un bias cognitivo che, irrazionalmente, non ci fa accettare il fatto che alcuni costi siano ormai irrecuperabili. Questo bias ci fa comportaree in maniera “miope”, convincendoci in maniera emotiva e irrazionale che sia meglio andare avanti, pur di non perdere gli sforzi fatti o i costi sostenuti.
I fattori che ci influenzano maggiormente sono due:
- l’avversione alla perdita, ossia il fatto che soffriamo molto di più nel perdere una cosa in nostro possesso che esser felici nel vincerne o riceverne una di pari valore
- poca razionalità: ci limitiamo a guardare l’effetto primario della perdita senza considerare tutti gli altri costi secondari che si celano dietro la nostra scelta di persistere
Facciamo un esempio classico: il biglietto del cinema.
Abbiamo acquistato il biglietto per il cinema, per poi scoprire prima della visione che abbiamo sbagliato film (è una commedia rosa anzichè un thriller). Che fare?
D’istinto verrebbe da pensare “ormai è pagato, vado a guardarlo“.
Razionalmente dovremmo invece ragionare in maniera divrsa: il biglietto rappresenta ormai un costo irrecuperabile. I soldi sono stati spesi.
Avendo ben in mente questa assunzione di base, abbiamo due opzioni:
- andare a vedere il film, sapendo che probabilmente non ci piacerà e perdendo due ore preziose della nostra serata (e non solo quelle: anche il tempo per raggiungere il cinema, parcheggiare,…)
- Rinunciare al film, ma cogliere l’occasione per fare qualcosa che ci piace molto di più
Quale delledue opzioni ci sembra più ragionevole adesso?
Ambiti in cui si manifesta la sunk cost fallacy
Questo bias può riguardare diversi aspetti:
- il denaro. Quando investiamo in un’azione e questa va in perdita, continuiamo ad acquistare anche quando questa diminuisce di valore, convinti che pima o poi il prezzo risalirà e recupereremo le perdite. Spesso, specialmente quando investiamo in singole azioni anzichè indici, il recupero non avviene e ci ritroviamo ad aver perso molto di più di quanto avremmo voluto solo per non aver accettato uan piccola perdita irrecuperabile iniziale.
- le attività e il tempo. Il nostro sogno è avere una casa in campagna in cui passare i weekend, e iniziamo a costruirla. Gli anni passano ma le nostre prospettive cambiano – i figli crescono, noi ci impigriamo: pur rendendoci conto che non vi abiteremo mai, continuiamo a costruirla. Oppure quando portiamo a termine un’attività al lavoro solo è perchè, ormai, ci abbiamo già spesso tanto di quel tempo che conviene finire: dovremmo invece riflettere e tagliare questa attività, evitando di perdere ulteriore tempo.
A volte io stessa metto in discussione se continuare a scrivere questo blog sia una miopia verso la fallacia dei costi nascosti: è sicuramente impegnativo e time consuming, e non porta ad un guadagno. Per mia fortuna il beneficio che ne traggo (poter studiare e condividere un argomento che mi appassiona) è il vero guadagno che ne traggo, che ad oggi continua a coprire i “costi irrecuperabili” - le relazioni: quante persone restano insieme semplicemente perchè stanno insieme da molto tempo? Anche in questo caso si tratta di sunk cost fallacy: dopo aver investito così tanto tempo e sentimenti nel rapporto con una persona, rinunciare ci sembra uno spreco. Decidiamo di andare avanti per una valutazione “razionale”, ma in realtà sbagliata. Se a 30 anni lasciamo il nostro compagno storico con cui stavamo da 10 anni non dovremmo considerarlo un fallimento: al contrario, abbiam davanti a noi molto più tempo per trovare la persona giusta con cui passare i restanti 50 anni!
Come reagire alla sunk cost fallacy
Come in ogni articolo sui bias che si rispetti arriviamo al momento topico: come facciamo a superarli, o a non farci influenzare?
Anche stavolta mi spiace, ma nessuna formula magica: per evitare questo bias l’arma migliore che abbiamo è la nostra razionalità.
In primis mettendoci sull’attenti quando diamo risposte che inizino con “ormai“:
- ormai ho speso già troppo
- ormai ho investito troppo tempo
- ormai stiamo insieme da una vita
In secundis, ricordarci che l’avversione alla perdita è un comportamento irrazionale che ci influenza costantemente.
Un terzo spunto, il più complicato: cercare di oltrepassare i nostri limiti culturali. Siamo cresciuti in una società che mistifica il fallimento, e che di conseguenza non ci insegna ad accettarlo serenamente. Questo rende più facile cascare nella sunk cost fallacy. Per imparare a toglierci di dosso questo ingombrante capporrto culturale, un punto di partenza è smettere di essere delle brave persone per diventare delle persone migliori (sembra un padarosso, ma è così! Più bettagli nell’articolo).
La quarta via: e se decidessimo di insistere?
Come abbiamo capito, una certa dose di razionalità ci consentirebbe di fermarci un attimo, riflettere onestamente su tutte le perdite sostenute – denaro, tempo, sentimenti – e comprendere se sia meglio lasciar stare, anzichè continuare a produrre perdite.
Tuttavia la lettura di questa pubblicazione dell’Università del North Carolina mi ha posto un quesito lecito: è vero, razionalmente dovremmo valutare l’entità delle perdite sostenute e fare un bilancio di quanto potrebbero aumentare se andassimo avanti (e, nel caso, rinunciare a persistere).
Ma essendo noi degli esseri irrazionali, potremmo ottenere meno benefici di quelli che ci si aspetta dall’ammettere a noi stessi quello che è un “piccolo fallimento”. Potrebbe essere sensato persistere nella sunk cost fallacy?
E’ vero, l’onestà verso noi stessi dovrebbe essere il primo fattore per chi vuole migliorarsi come te che ci stai leggendo: tuttavia, a volte, continuare a fare attività apparentemente “antieconomiche” potrebbe portarci benefici inaspettati.
Per quelli di noi che mal sopportano i fallimenti, continuare un’attività – sebbene presenti costi irrecuperabili – potrebbe aiutare a darci un obiettivo, motivarsi, stimolandoci a impegnarci di più. Con l’attenzione, però, di essere consapevoli che i costi sostenuti sono ormai persi, e che ci stiamo impegnando solo per i benefici futuri, non per recuperare le perdite già subite.
Come dice la canzone celebre canzone, scurdammoc ‘o passat!
E tu che ne pensi? Lo senti tuo questo bias?
Ecco alcuni articoli che potrebbero interessarti: