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sai Cos’è il bias di conferma?
Il bias di conferma è un processo mentale che ci fa selezionare le informazioni in nostro possesso a supporto di una nostra convinzione del momento, facendocela apparire più probabile di quanto essa sia in realtà.
Analogamente ci porta a ignorare o sminuire informazioni in nostro possesso che andrebbero contro la nostra teoria.
Quali sono i bias cognitivi?
I bias cognitivi, come puoi approfondire su questo articolo dedicato a tutti i bias, sono dei preconcetti che ci portano a creare i pregiudizi.
I bias influenzando molti aspetti del nostro quotidiano: ad esempio il bias di ancoraggio viene usato da tutti i commessi per fasci spendere più denari, il priming ci imprime nel subconscio immagini e suoni che influenzeranno le nostre scelte successive inconsciamente.
Impatto del bias di conferma nella nostra vita
Il bias di conferma è generato dalle nostre reazioni istintive anzichè da quelle razionali, e ci porta a fare errori di valutazione grossolani pur di confermare le nostre credenze.
Il bias di conferma potremmo riassumerlo con il “voler aver ragione a tutti costi”: quando vogliamo prevalere ceerchiamo affermazioni a supporto delle nostre ragioni, omettendo (sia volutamente che inconsciamente) quelle contrarie.
Questo comportamento ci si ritorce contro perchè crea una visione parziale delle situazioni e non ci fa avere un attegiamento oggettivo. Sul lavoro potrebbe farci omettere considerazioni importanti, influenzando negativamente le nostre scelte.
Analizziamo più nel dettaglio questo bias capendo da dove nasce e vedendo dei pratici esempi di come ne siamo comunemente vittime senza saperlo.
E proviamo a capire come rimediare!
confirmation bias: Chi lo ha classificato?
Come molti bias, la loro definizione e accurata descrizione è stata fatta dagli psicologi cognitivi Kahneman e Tversky che ritroviamo nel libro “Pensieri Lenti e Veloci“.
In questo libro, a cui ho accennato anche in altri articoli, Kahneman fa un preambolo per spiegare l’origine dei bias: ci presenta i due cervelli di cui ognuno di noi è dotato.
Il cervello 1: quello più reattivo e istintivo, che basa la sua risposta sull’esperienza e l’intuizione. E’ la nostra salvezza quotidiana e quello che ci ha consentito di sopravvivere all’evoluzione: quello che associa alla vista di un leone l’idea di dover subito scapppare.
Il cervello 2: è quello più pigro, molto più pigro, ma logico e razionale. E’ quello che chiamiamo in causa quando dobbiamo fare calcoli elaborati, valutazioni complesse e attività non semplici.
Il cervello 1 è quello perennemente vigile e che prende la gran parte delle decisioni, non sempre in maniera razionale: è per questo motivo che crea un terreno fertile per l’attecchimento di bias e pregiudizi vari.
Come esseri umani abbiamo una naturale inclinazione alla conferma, indotta proprio dal sistema uno: quando sentiamo delle affermazioni siamo inconsciamente portati a credere che siano vere (a meno di assurdità palesi). Questo concetto si rafforza se le affermazioni sono cose in cui crediamo fermamente.
Questo ci induce ad accettare acriticamente delle ipotesi, e ad esagerare la probabilità che si verifichino eventi estremi e improbabili.
Esempi pratici del bias di conferma
Come detto il bias di conferma ci può influenzare sotto due aspetti:
- quando veniamo sottoposti ad un’affermazione, istintivamene siamo portati a credere che sia vera e a richiamare alla mente episodi che la confermino
- quando siamo noi ad avere una convinzione, e richiamiamo alla mente episodi che la confermino eludendo quelli che potrebbero smentirla
Facciamo alcuni esempi pratici del bias di conferma.
La California e gli Tsunami
Se ci chiedessero qual è la probabilità in California avvenga uno tsunami, probabilmente sovrastimeremmo di molto la probabilità reale. Questo accade perchè richiameremmo alla mente le notizie delle scorse settimane di un rischio tsunami a causa di un terremoto in Alaska. Nella realtà le probabilità sono molto più basse.
“L’avevo detto io!”
Quando abbiamo una opinione cerchiamo casi che confermino che questa opinione è giusta, e tendiamo a sottovalutare prove che dicono il contrario.
Ad esempio quando parliamo delle nostre convinzioni politiche: tendiamo ad evidenziare e dare peso alle notizie benevole e che sottolineino il buon operato dei nostri beniamini, sminuendo le notizie meno ragguardevoli o addirittura opinabili.
Il collega al lavoro
Se ti chiedessero “il tuo collega di lavoro è una persona garbata?“, a meno che non sia una persona particolarmente sgradevole, tenderemmo a rispodere “si”.
Una volta ascoltata la domanda il nostro cervello tende a selezionare e richiamare alla mente situazioni in cui quella persona è stata garbata, e a farci apparire quella persona sotto una luce migliore.
Ma se ci chiedessero il contrario: “il tuo collega è una persona sgarbata?“
Anche qualora non lo fosse, inevitabilmente la nostra mente andrebbe a riccercare episodi che confirmino questa assunzione. Ancorandoci a questi episodi, il giudizio globale di quella persona diventerebbe meno positivo del caso precedente.
Capite quale sia la forza delle parole, e della cura con cui queste dovrebbero essere scelte?
Bias di conferma e bias della disponibilità
Un alleato che accompagna spesso il bias di conferma è il bias della disponibilità.
Come abbiamo visto, il bias di conferma si basa sul richiamare alla mente delle immagini o situazioni che confermino quanto stiamo dicendo: come è facile immaginare, più sono disponibili queste situazioni più le richiamiamo alla mente facilmente.
Il bias di disponibilità è un errore cognitivo che ci fa ritenere più probabili delle situazioni semplicemente perchè ci vengono in mente con facilità: questo accade quando delle informazioni ci vengono ripetute continuamente, oppure quando abbiamo un ricordo ancora fresco di qualcosa accaduto da poco.
Due esempi su tutti: immaginiamo di voler comprare un’auto che ci piace, ad esempio una Fiat 500. Da quel momento inizieremo a vedere 500 ovunque, perchè aumenterà la nostra attenzione a quel modello. Facendoci credere che ce ne siano più di quante ce ne sono in realtà.
Il bias di disponibilità è una tecnica sfruttata spesso e volentieri contro di noi da due categorie: le telecomunicazioni e la politica.
Basta far caso a come vengano ripetuti – a cadenza regolare – sempre gli stessi slogan, le stesse problematiche e si insiste sulle stesse notizie.
Come contarstare il bias di conferma
Per superare i bias di conferma bisogna rendersi consapevoli.
Vi suggerisco due modi per farlo: il contrasto e Gapminder.
Il contrasto
Quando dobbiamo dare dei giudizi o cercare di fare delel valutazioni oggettive rispetto a delle affermazioni impariamo a porci la domanda opposta. Mi viene in mente la valutazione annuale lavorativa: “quanto sei soddisfatto, da 1 a 5, dei tuoi risultati?”
Potremmo pensare “4” ad esempio, ma prima di rispondere proviamo a farci la domanda al contrario: “quanto sei insoddisfatto, da 1 a 5, dei tuoi risultati?”
Se a risposta è diversa da “2” (il duale di 4), forse dovremmo rivedere il nostro giudizio
Gapminder
Un tool fantastico online per renderci conto di quanti pregiudizi ed erronei bias di conferma abbiamo è Gapminder.
Gapminder è una associazione no-profit internazionale che vuole combattere i “misconceptions”, le idee erronee che abbiamo a causa dei pregiudizi e dell’esposizione a una parte limitata (ed enfatizzata) di notizie.
Vi invito a farlo, è un test assolutamente gratuito in cui scoprirete la valanga di pregiudizzi di cui siete vittima: dal gender gap lavorativo, alla quantità di plastica negli oceani, all’alfabetizzazione nei paesi meno sviluppati. Ne abbiamo parlato nello specifico in questo articolo su Gapminder.
Allora? Sei pronto/a a sccoprire quanto ti sbagli?
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